rEVOLution

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[–] 1 punti inviato 7 anni fa da rEVOLution

classico esempio di ''webete''

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U R G E N T I S S I M O !!! SERVE COLLETTA :) ( www.lastampa.it )

(1|0) inviato 8 anni fa da rEVOLution a home

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

Capisco il tuo lutto ma mi stai facendo il predicozzo moralista per una merda umana xenofoba omofoba fascista che ha solo seminato odio eccetera eccetera Cmq si sn differente, non sono ipocrita. La morte non nobilita, ti rende solo cadavere.

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GODIMENTO !! ( www.ilmessaggero.it )

(3|0) inviato 8 anni fa da rEVOLution a home

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

anche il cane

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

magari prendendosi pure la pitonessa, magari...

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

cara Chiara metti da parte l'ansia, che bertolaso i romani non lo voteranno mai (nel cliccare salva commento mi frulla in mente una frase AL PEGGIO NON C'E' MAI FINE e mi sale l'ansia )

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

e stavano pure leggendo ! e scilipoti mi pare sia pure medico

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

e sicuramente in quella folla oceanica c'erano anche tanti ''bravi padri di famiglia'' che, ogni tanto ,si concedono un viaggetto all'estero per ritemprarsi dalle fatiche che una famiglia tradizionale'' comporta

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ln Family Day e la “bufala” dei due milioni ( www.lastampa.it )

(1|0) inviato 8 anni fa da rEVOLution a home

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Queen & Annie Lennox & David Bowie - Under Pressure - HD ( mindIT! )

(1|0) inviato 8 anni fa da rEVOLution a home

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

:-D io nn riesco a togliermela dalla testa , mi accorgo di canticchiarla spesso Bravissimi e simpatici !

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

;-)

qui si può leggere - con qualche annotazione- senza regalar soldi ai paperoni 2.0

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

“Beppe Grillo, nel suo piccolo è un esempio che potremmo seguire".

Tarcisio Bertone

"Un uomo così [Tarcisio Bertone] lo vedo come un segno che le cose possono cambiare. La Chiesa, pur con i suoi limiti, i suoi dogmi sembra più avanti della società italiana."

"E' lui il candidato ideale a nuovo Papa"

Beppe Grillo http://www.beppegrillo.it/2009/08/bertone_lultimo_papa.html

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Romagna Criminale ( i.imgur.com )

(2|0) inviato 8 anni fa da rEVOLution a home

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Il Papa a rom e sinti: «Non date motivi per parlare male di voi» ( www.dagospia.com )

(1|0) inviato 8 anni fa da rEVOLution a home

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

quanti soldi avra' beccato da mediaset (o da chi ne fa le feci) 'sto pistola ?

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l'arroganza dei pistoleri pistola ( video.corriere.it )

(1|0) inviato 8 anni fa da rEVOLution a home

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La reazione di Hitler al discorso di Netanyahu ( www.youtube.com )

(1|0) inviato 8 anni fa da rEVOLution a home

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

ohibò concordo con te ! (ma non so' se sai cosa sia Lercio :-D )

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'' massonici tua sorella'' ( mtc.cdn.vine.co )

(1|0) inviato 8 anni fa da rEVOLution a home

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

Si è dimesso ... ora viene il bello (della serie il peggio non è mai morto)

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[–] 2 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

Pietro Ingrao incarna in modo esemplare la figura del politico “esistenziale”, capace di collocare ogni problema sociale e politico sullo sfondo dell’esistenza umana.

E anche perciò capace di parlare al cuore di ciascuno. c’è un articolo bellissimo, che troviamo in La Tipo e la notte, scritti sul lavoro 1978-1996 (Ediesse) che riassume perfettamente la sua vocazione “esistenziale”.

Alla Fiat nel 1994 intendono mettere il terzo notturno (notturno) ma lui lo percepisce come rottura del ritmo vitale. E soprattutto difende la sosta, il diritto all’ozio, l’idea di un tempo che gli orologi non misurano, contro la vita a una sola dimensione: nell’indugiare, nella lentezza inutile c’è infatti qualcosa di necessario e incalcolabile.

un'immagine che ho trovato oggi, che trovo bellissima

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

ROFTL

Dice che non gli importa e che allora andra' in Catalogna

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

Hanno cinicamente votato a favore di Calderoli e contro Cecile Kyenge, oltre al solito Ugo Sposetti, anche Miguel Gotor, Corradino Mineo, Walter Tocci, Vannino Chiti.

Essere contro i razzisti ci pare proprio il minimo!

questi signori che amano dirsi “di sinistra” hanno chiuso: si sono infatti giocati qualsiasi credibilità

Anpi News n. 174 – 22/29 settembre 2015

L’assoluzione di Calderoli in Parlamento, con voto compatto delle opposizioni e della maggioranza (con poche eccezioni)

Ricordate l’episodio: in un comizio, Calderoli insulta l’allora Ministra Kyenge, che ha il torto di essere donna e di colore, paragonandola ad un “orango“.

Ne nasce un processo (anche se la Kyenge non sporge querela, quando c’è di mezzo il razzismo, il procedimento penale nasce e prosegue d’ufficio ). L’imputazione è diffamazione, con la speciale aggravante prevista dalla legge “Mancino“ ( art. 3, comma 1 ) che prevede l’aumento della pena per i reati puniti con pena diversa da quella dell’ergastolo, con finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso. La stessa legge “Mancino“ (art. 6) prevede che per i reati aggravati dalla circostanza di cui all’art.3, si proceda d’ufficio.

Peraltro, Calderoli è parlamentare; e dunque occorre, non l’autorizzazione a procedere, come hanno scritto molti superficiali, ma un giudizio del Parlamento (art. 68 della Costituzione ), limitato alla valutazione se si tratti di “ opinioni espresse o voti dati nell’esercizio delle loro funzioni “. Se il giudizio è positivo, scatta la cosiddetta insindacabilità e quindi il processo non può andare avanti. Sui limiti dell’insindacabilità, si è pronunciata numerosissime volte la Corte Costituzionale, con rigore e precisione, spesso contro il parere del Parlamento, che ha una certa tendenza a dichiarare tutti (o quasi tutti) insindacabili. Il rigore è necessario perché è in gioco un altro diritto, che spetta ad ogni cittadino, quello cioè di avere un giudice ed un processo, insomma di chiedere, possibilmente, di ottenere giustizia (art. 24 della Costituzione ).

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Nel caso specifico, che cosa ha fatto il Senato? Invece di limitarsi a valutare se si trattasse di opinioni espresse “in servizio“, è entrata nel merito, ha separato l’aggravante dalla diffamazione, ha votato sull’aggravante escludendola, così facendo cadere la procedibilità d’ufficio, per la diffamazione. Insomma, niente più processo.

Si tratta di uno straripamento di potere, rispetto a quanto previsto dall’art. 68. Il giudizio se ci fosse o meno l’aggravante spettava al Magistrato e solo a lui, ma il Senato si è fatto giudice, ben sapendo che così sarebbe finito tutto, perché – come ho detto – manca la querela, che la Kyenge, a suo tempo non aveva presentato.

E’ avvenuto, in sostanza, un fatto molto grave, proprio da parte dei rappresentanti del popolo. La cosa ancora più grave è che questo comportamento riguarda l’aggravante: i parlamentari hanno escluso, in pratica, che la frase pronunciata da Calderoli avesse un contenuto razzista. Lo capirebbe anche un bambino che dire ad una donna che assomiglia ad un orango non è un complimento;

ma dirlo ad una donna “nera“ è assai più di un insulto, è la manifestazione di una volontà di denigrazione, con profondi connotati di razzismo.

Essere indulgenti su queste cose è gravissimo, perché in Parlamento si dovrebbe essere particolarmente severi in una materia così delicata e così puntigliosamente regolata dall’art. 3 della Costituzione.

Come si fa a sostenere che dare dell’orango ad una Ministra, è insindacabile in quanto la frase è stata detta nell’esercizio delle proprie funzioni? E non è pensabile che questo avvenga, quando dovremmo essere tutti (a cominciare proprio dal Parlamento) ad essere impegnati a fondo contro ogni forma di razzismo o di xenofobia.

Naturalmente, non voglio neppure chiedermi perché sia stato fatto questo “favore“ a Calderoli; se – come alcuni giornali insinuano – ci sia stata una “captatio benevolentiae“ per non farlo insistere sugli emendamenti che ha presentato sulla riforma del Senato. Queste sono ipotesi e supposizioni, che tali restano. A me interessa il fatto oggettivo, che il Vicepresidente del Senato si renda protagonista di un episodio vergognoso e che i suoi colleghi lo assolvano, impedendo alla persona così gravemente offesa, di ottenere giustizia. Povera Italia!

Ecco chi ha salvato Roberto Calderoli dall’accusa di razzismo leggi qui i nomi

Due terzi dei senatori democratici, sinistra interna compresa. Una metà dei vendoliani. Qualche Cinque stelle, espulsi inclusi. Tutti convinti che nelle parole dell’esponente leghista (“la Kyenge sembra un orango”) non ci fosse un intento discriminatorio basato sul colore della pelle.

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

non lo stimo per niente ! Sono giorni che i media italiani tralasciano notizie vere per poter scandire continuamente il cantico bergogliano in cui il gerarca argentino viene esaltato come colui che dopo decenni di embargo ha unito l’America capitalista e la Cuba socialista. Ce lo ha insegnato Berlinguer e prima di lui Togliatti: la strada per il paradiso è il catto-comunismo-capitalista… meglio se ritinteggiato a dovere per coprire le “magagne” e insulti all’intelligenza.

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

O_o prezzi stracciati in grecia ? :D:D:D

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

ma siam sicuri che capisce i testi ?

per esempio: Khorakhanè - A forza di essere vento

ll cuore rallenta la testa cammina in quel pozzo di piscio e cemento a quel campo strappato dal vento a forza di essere vento porto il nome di tutti i battesimi ogni nome il sigillo di un lasciapassare per un guado una terra una nuvola un canto un diamante nascosto nel pane per un solo dolcissimo umore del sangue per la stessa ragione del viaggio viaggiare Il cuore rallenta e la testa camminain un buio di giostre in disuso qualche rom si è fermato italiano come un rame a imbrunire su un muro saper leggere il libro del mondo con parole cangianti e nessuna scrittura nei sentieri costretti in un palmo di mano i segreti che fanno paura finché un uomo ti incontra e non si riconoscee ogni terra si accende e si arrende la pace i figli cadevano dal calendario Yugoslavia Polonia Ungheria i soldati prendevano tutti e tutti buttavano via e poi Mirka a San Giorgio di maggio tra le fiamme dei fiori a ridere a bere e un sollievo di lacrime a invadere gli occhi e dagli occhi cadere ora alzatevi spose bambine che è venuto il tempo di andare con le vene celesti dei polsi anche oggi si va a caritare e se questo vuol dire rubare questo filo di pane tra miseria e sfortuna allo specchio di questa kampina ai miei occhi limpidi come un addio lo può dire soltanto chi sa di raccogliere in bocca il punto di vista di dio Cvava sero po tutei keravajek sano ot morii taha jek jak kon kasta Poserò la testa sulla tua spalla e farò un sogno di maree domani un fuoco di legna va su ti baro neboavi kerkon ovla so mutaviakon ovlaperché l'aria azzurradiventi casachi sarà a raccontarechi saràovla kon ascovime gava palan ladime gavapalan bura ot croiutisarà chi rimane io seguirò questo migrare seguirò questa corrente di ali

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

L’affaire Colosseo I veri nemici della cultura si nascondono dietro quel decreto Perché si ritiene inaccettabile che un monumento chiuda a causa di un’assemblea sindacale (regolare e regolarmente annunciata) e si trova normale che la stessa cosa accada per una cena privata di milionari (si rammenti il caso di Ponte Vecchio, chiuso dall’allora sindaco Renzi per un’intera notte), o per una manifestazione commerciale (la sala di lettura della Nazionale di Firenze chiuse per una sfilata di moda nel gennaio 2014)? I diritti del mercato ci appaiono evidentemente più importanti dei diritti dei lavoratori.

Ma in Europa non è così. L’anno scorso la Tour Eiffel chiuse per ben tre giorni, e la National Gallery di Londra è aperta a singhiozzo da mesi per una dura lotta sindacale: nessuno ha gridato che la Francia o l’Inghilterra sono ostaggio dei sindacati.

Il ministro Dario Franceschini ha detto che mentre i lavoratori erano in assemblea egli era impegnato al ministero dell’Economia proprio per riuscire a sbloccare il pagamento dei loro straordinari.

E uno si chiede: ma l’Italia è ostaggio di coloro che, guadagnando circa 1000 euro al mese, chiedono di non aspettare mesi o anni per la retribuzione degli straordinari (che permettono le aperture domenicali e notturne), o è ostaggio della burocrazia che ha fatto sì che Franceschini non sia riuscito a risolvere il problema in un anno e mezzo di governo?

E perché il decreto d’urgenza adottato venerdì non ha riguardato il pagamento dei lavoratori, ma invece il regime degli scioperi?

Un noto documento programmatico della banca d’affari americana JP Morgan (giugno 2013) additava tra i problemi «dei sistemi politici della periferia meridionale dell’Europa» il fatto che «le Costituzioni mostrano una forte influenza delle idee socialiste »: bisognava dunque rimuovere, tra l’altro, le «tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori » e «la licenza di protestare se vengono proposte sgradite modifiche dello status quo». Ebbene, crediamo davvero che sia questa la linea capace di far ripartire il Paese?

Non c’è alcun dubbio sul fatto che anche i sindacati abbiano le loro responsabilità nel pessimo funzionamento del ministero per i Beni culturali. Ma è davvero caricaturale dire che in Italia il diritto alla cultura sia negato per colpa dei sindacati.

Le biblioteche e gli archivi sono in punto di morte a causa della mancanza di fondi ordinari e di personale, d’estate i grandi musei chiudono perché non c’è l’aria condizionata, nel centro di Napoli duecento chiese storiche sono chiuse dal 1980, due giorni fa è caduto per incuria il tetto della mirabile chiesa di San Francesco a Pisa, dov’era sepolto il Conte Ugolino... E si potrebbe continuare per pagine e pagine.

Questo immane sfascio non è colpa dei sindacati: ma dei governi degli ultimi trent’anni, nessuno escluso (neanche il presente, che ha appena tagliato di un terzo il personale del Mibact, già alla canna del gas).

Se davvero vogliamo che la cultura (e non solo il turismo più blockbuster) diventi un servizio essenziale, come vorrebbe la Costituzione, allora non c’è che una strada: investire, in termini di capitali finanziari e umani. Quando gli italiani potranno davvero entrare nelle loro chiese, nei loro musei e nelle loro biblioteche (magari gratuitamente, o pagando secondo il reddito), e quando chi ci lavora avrà una retribuzione equa e puntuale, allora avremo costruito un servizio pubblico essenziale. Un traguardo che pare molto lontano, impantanati come siamo in questo maledetto storytelling, che invece di cambiare la realtà, preferisce manipolare l’immaginario collettivo.

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

i disagi che stavano discutendo in assemblea li trovi qui

Succede che nel polo archeologico più importante l’Italia gli straordinari non vengano pagati da un anno. Succede che i lavoratori del polo archeologico più importante d’Italia decidano di indire un’assemblea sindacale per discutere di questo e di altre non irrilevanti questioni, e lo comunichino l’11 settembre alla Soprintendenza. Succede che la Soprintendenza decida di non coprire i turni dei lavoratori in assemblea come è sempre stato fatto, non comunicando né ai turisti né alla cittadinanza alcunché. Succede che il giorno dell’assemblea sindacale, una settimana dopo la convocazione della stessa, i due principali quotidiani online lancino la notizia in contemporanea - facendo passare l’idea che si tratti di uno sciopero a sorpresa e non di un’assemblea comunicata e autorizzata dalla dirigenza1.

Succede, a questo punto, che il Governo invece di cacciare il Soprintendente responsabile del caos appena suscitato - nominato dallo stesso Governo pochi mesi prima - decida di lanciare una pesante campagna contro i sindacati e i lavoratori, accusati dal Primo Ministro in persona di essere “contro l’Italia” - nonostante non abbiano alcuna responsabilità nell'inefficienza della propria dirigenza.

Succede, infine, che la giornata di gogna mediatica e politica si concluda con l’approvazione in Consiglio dei Ministri di un decreto legge d’urgenza con cui i musei diventano al pari degli ospedali e delle forze armate “servizi pubblici essenziali”, ponendo la possibilità di indire assemblee e scioperi sotto l’autorità dell’apposito garante.

Quello che colpisce di questa giornata di passione - oltre la virulenza degli attacchi ai sindacati da parte del Governo e del Pd (2) - è l’assoluto consenso con cui si sono mossi giornali e politici. Nessun giornalista - tanto meno dell’illuminata Repubblica - ha pensato di ricostruire la vicenda in modo corretto3. Nell’individuare nei sindacati il nemico giornali, politici e commentatori sono stati unanimi - e incredibilmente coordinati.

Lungi da noi pensare che quel decreto legge fosse pronto da mesi e che la scelta del Sovraintendente (che risponde direttamente al ministro Franceschini) fosse in qualche modo mirata a risolvere una vertenza cogliendo l’occasione per delegittimare i sindacati a livello nazionale. Lungi da noi.

Quello che rimane di questa giornata non è neanche un decreto legge che verrà quasi sicuramente dichiarato incostituzionale (”è urgente perché ci sono i turisti” ha detto il ministro competente)4. Quello che rimane di questa giornata è la dimostrazione di come le classi dirigenti di questo paese - politiche, economiche, giornalistiche - abbiano individuato il nuovo nemico nazionale nei sindacati, le ultime grandi organizzazioni popolari della nostra società. L’hanno deciso non per il prurito autoritario che le ha sempre contraddistinte di fronte alle manifestazioni di contropoteri democratici nella società. L’hanno deciso perché meglio di altri si sono rese conto che gli annunci roboanti di ripresa economica si scontrano con la vita concreta di ogni giorno di decine di milioni di italiani.

E allora bisogna trovare un nemico, per evitare di diventare loro stessi il nemico. E se la Lega la butta sui profughi, le classi dirigenti (e i loro serv.. pardon, referenti politici) non possono certo buttarla su chi è veramente responsabile della situazione del nostro paese - cioè su loro stesse. Ed ecco allora trovato il nemico perfetto: il sindacato, indebolito e diviso ma che si ostina a rappresentare quella parte del nostro paese che ogni giorno si sveglia la mattina e porta avanti la baracca, senza i privilegi di chi comanda e dei loro lacchè.

Purtroppo per loro, questa strategia è destinata a fallire. Non per la reazione del sindacato - ripiegato su se stesso ed in fase confusionale - quanto perché la gente non è così idiota come loro pensano. I lavoratori vivono sulla propria pelle cosa sia la crisi economica: la vivono nella difficoltà di trovare un lavoro , la vivono nel trovare lavori con salari da fame e diritti azzerati, la vivono nel vedere i privilegiati che prosperano nelle propria corruzione e nella propria arroganza.

Nonostante le apparenze, il loro sistema - questa strana democrazia autoritaria in cui ci stanno cacciando - non ha più consenso nella società. E se nel vuoto di consenso si celano i tenebrosi fantasmi dell’autoritarismo e del fascismo, è altrettanto vero che in esso si annidano enormi possibilità per chi voglia ricostruire una democrazia in cui il potere sia esercitato dal popolo e per conto del popolo.

Aggiornamento. Su La Stampa è comparso un articolo a firma Ugo Magri in cui si ipotizza (con uno di quei finti retroscena che puzzano lontano un chilometro di comunicato stampa) che il decreto fosse pronto da parecchie settimane (per il giornalista sin dallo “sciopero” di Pompei - si trattò anche in quel caso di un’assemblea autorizzata da una Soprintendenza di nomina governativa). Non solo: il ministro Franceschini sarebbe stato informato da giorni sulla situazione e ne avrebbe perfino informato il presidente Mattarella (che quindi avrebbe preventivamente approvato la reazione “forte” del Governo). Il giornale di Marchionne saluta questo atteggiamento come un segno positivo del “decisionismo” del Governo.

—- ★ —-

  1. Ad un certo punto si sono persino messi a dire che all’estero non potrebbe mai succedere che un museo nazionale o un monumento chiuda per sciopero: cosa che non sta né in cielo né in terra.

  2. Il punto più alto l’ha raggiunto la già candidata alla presidenza della Regione Sardegna (poi ritiratasi per le spese fuori controllo effettuate da consigliere regionale) e ora Sottosegretaria ai Beni Culturali Francesca Barracciu, che ha definito l’assemblea sindacale “un reato”. La sinistra del Pd (sia renziana che non) ha detto qualcosa, ma senza esagerare. Per esempio il presidente Orfini riconosce (bontà sua) che ai lavoratori bisogna dargli gli straordinari avanzati, però di contro loro non devono ricorrere a queste “forme di lotta” così spregiudicate come un’assemblea sindacale autorizzata dalla dirigenza con una settimana di anticipo.

  3. Anzi, per gradire oggi La Repubblica ospita un commento del giornalista Francesco Merlo che definisce “autentica diserzione” (usando un inquietante ma significativo linguaggio militare) l’assemblea dei lavoratori e “odiosa reazione corporativa” la richiesta di avere finalmente pagati un anno di straordinari già effettuati.

  4. E’ giusto anche sottolineare come i diritti di organizzazione dei lavoratori siano in questi mesi sotto attacco in parecchi paesi europei: in Inghilterra, Finlandia, Ucraina e perfino in Germania.


p.s.: fine settimana ? ma se oggi 19 è sabato , il 18 era venerdi (assemblea di 3 ORE non 3 gg) ma qund'è che si considera fine della settimana ?

che i dipendenti pubblici non ci piacciono perchè privileggiati, raccomandati ecc è un'ipotesi ma al solito non farei di tutta l'era un fascio

l'unico errore che c'è stato sulla comunicazione è il cartello con scritto l'orario <<from 8.30 a.m. to 11 p.m.>>che - tra l'altro - non è inglese ma latino ...........

Poi se vogliamo auspicare l'abolizione del diritto di sciopero perchè 'sti poveretti di turisti non possono vedere il colosseo ...

A pensarci bene una soluzione facile facile c'è - Trasferire i leoni dal bioparco e rimetterli dentro al colosseo visto mai che che si mangiano 'sti schifosi di lavoratori impuniti!

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

Roma non è una città come le altre. È un grande museo, un salotto da attraversare in punta di piedi. -Alberto Sordi-

(ogni riferimento all'attualita' odierna e polemiche annesse non è puramente casuale )

ma fa più scandalo il disagio per un'assemblea sindacale - programmata ed autorizzata - che il continuo calpestamento dei diritti dei lavoratori ?

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

soprattutto se invece che cantare l'inno «God save the Queen» resta in rispettoso silenzio per ricordare i morti della Raf nella battaglia d’Inghilterra.

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''merda rossa'' (cit.) in salsa inglese !! ( www.dirittiglobali.it )

(3|0) inviato 8 anni fa da rEVOLution a home

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

Corriere 14.9.15 Grazie a una foto stiamo scoprendo finalmente di essere europei di Michele Ainis

Oggi, alla Camera, i presidenti di 4 Parlamenti europei (Italia, Germania, Francia, Lussemburgo) leggeranno una dichiarazione congiunta. Titolo: per un’Unione federale di Stati. Sottotitolo: per un’Europa meno governativa, più parlamentare. Giusto, perché l’istituzione che abbiamo fin qui sperimentato — quella dominata dal potere esecutivo, con i suoi cenacoli ristretti ai capi di governo — si è ormai allontanata dal suo popolo. Giusto due volte, perché l’Europa deve andare avanti: se smette di nuotare, annega. O la federazione o la disgregazione.

 Eppure, qualche settimana fa, chi l’avrebbe detto? Dalla crisi greca a quella dei migranti, nelle capitali europee si celebrava la rissa degli egoismi nazionali. Poi abbiamo visto una fotografia, scattata per caso su una spiaggia turca. Quella del piccolo Aylan, corpicino senza vita sorretto da un gendarme. L’ha vista Cameron, provando commozione. L’ha vista Angela Merkel, e ha aperto la Germania a mezzo milione di profughi l’anno. Scrive il giornale olandese De Volkskrant : una foto ha cambiato il corso della storia.

È già successo, succederà di nuovo. Le svolte storiche nascono spesso da eventi minimi, casuali. Nel 1282 i Vespri siciliani furono innescati dall’oltraggio d’un soldato verso una nobildonna. Nel 1914 un colpo di pistola fece 30 milioni di morti: l’attentato di Sarajevo, commesso da uno studente serbo senza confidenza con le armi, dal quale scaturì la Grande guerra. Nel 2010, a Sidi Bouzid, un ambulante si diede fuoco in segno di protesta contro le vessazioni della polizia: ed esplose la Primavera araba. Si chiama casus belli , l’occasione da cui ha origine la guerra. Ma dal caso può anche sorgere la pace. Perché l’evento accidentale è una miccia, non provoca incendi se non c’è la dinamite. E la dinamite è un’energia politica che precede l’evento, l’asseconda, vi si riflette come in uno specchio, diventa infine cosciente di se stessa. Forse è questo che ci sta accadendo: grazie a una foto, stiamo scoprendo d’essere europei.

p.s. Chissa' se il guano nero è in grado di capirci qualcosa...

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

sempre la stessa qui scalcia.. Ma che problemi ha?

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

Ecco la videoreporter ungherese di N1tv a cui viene lo schiribizzo di sgambettare un profugo che scappa dalla polizia, con figlio in braccio. Filmando, il tutto.

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Nuovi abissi del subumano ( www.youtube.com )

(1|0) inviato 8 anni fa da rEVOLution a home

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[–] 1 punti inviato 8 anni fa da rEVOLution

Anche in Italia, a Bolzano Il post di Giorgio Artioli era stato segnalato da Selvaggia Lucarelli

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